Perchè di un nome

Nel 1979, dopo alcuni anni dalla scomparsa del musicista di San Secondo Parmense, il Maestro Ciro Nanni, marito di una figlia del musicista, ebbe l'idea di dar vita al Centro dell'Arte Vito Frazzi, nello stessa Scandiccì dove Frazzi aveva vissuto gli ultimi anni della sua vita e dove scomparve, nel 1975.
Nanni ebbe modo, con la sua competenza specifica, di apprezzare direttamente quella che si potrebbe chiamare la "missione", di ricercatore ed insegnante, di Frazzi. NelL’opera umana di questi, il Maestro Nanni individuò, oltre che il tratto artistico di compositore geniale e innovativo, anche alcune parole chiave come "insegnamento ai giovani" e "via rivolta verso il futuro".
Ma quali potevano essere, allora, gli obiettivi più naturali del nascente Centro dell'Arte perché si potesse perpetuare il lavoro e l'insegnamento di Vito Frazzi? Non c'erano dubbi, erano due! Valorizzare e far conoscere, eseguendolo, I'opus compositivo del musicista e, soprattutto, fornire ai giovani, provenienti dalle diverse regioni italiane, incontri e opportunità che facessero loro da ponte verso un futuro musicale.

II Maestro Ciro Nanni comprese anche che, per mettere le gambe al suo progetto, ci voleva un grande organizzatore, una persona che fosse in grado, per entusiasmo e iniziativa, di trascinare e coinvolgere pubblico e istituzioni. Lo trovò senza difficoltà e con passione in Egisto Mascagni e i due furono ben presto soprannominati scherzosamente "il braccio e la mente", ove spesso chi fosse il braccio e chi la mente veniva deciso dalle circostanze e dalle iniziative che si prendevano strada facendo. Naturalmente anche altri furono insieme a loro "padri" dell'iniziativa, come Giovanni Collini e Renzo Ugolini. Anche il Circolo Arci Le Bagnese, di cui Mascagni era presidente, fu humus (come egli lo chiamava) determinante per il successo dell'iniziativa. Ma Ciro Nanni e Egisto Mascagni, il primo mosso dal desiderio di perpetuare l'opera e l'insegnamento di Frazzi e il secondo mosso dal desiderio di aggregare intorno alla cultura, intesa in senso ampio, persone sul territorio, sono stati il vero nucleo storico e l'anima di questa bella avventura che continua, anche adesso che loro non ci sono più. Nanni e Mascagni ebbero anche l'intuizione di coinvolgere subito un precoce musicofilo: Fortunato Della Guerra, l'attuale presidente del Centro dell'Arte, al quale affidare le mansioni più disparate e con il quale farsi un'idea più realistica circa la validità di quelle che potevano essere le iniziative più indicate per i giovani.

Le realizzazioni del Centro dell'Arte, susseguitesi dal gennaio 1979, hanno avuto una lenta ma crescente popolarità e attualità. La "Rassegna dei Giovani Concertisti", che aveva luogo la domenica mattina presso la scuola elementare Piero Calamandrei delle Bagnese, era un'occasione per i giovanissimi strumentisti, provenienti in un primo tempo dalla provincia fiorentina e poi un po' da tutte le parti d'Italia, di esibirsi e misurarsi davanti a un pubblico, sotto l'attenta guida e presenza del Maestro Ciro Nanni. I ragazzi si conoscevano e solidarizzavano tra loro, condividevano le emozioni delle prime apparizioni in pubblico. Questi concerti domenicali consentivano anche alle famiglie che vi intervenivano di trascorrere una mattinata diversa dalle solite, con buona soddisfazione di Egisto Mascagni, che aveva fatto della socializzazione tra le persone un obiettivo centrale della sua vita associativa e politica.

Questo secondo aspetto sociale, di servizio culturale per il territorio, prese sempre più piede: le rassegne mutarono di nome diventando 'I Concerti delle Bagnese" e lentamente cominciarono a interessare, di conseguenza, anche l'audience di Scandicci per arrivare in seguito a toccare anche Firenze.

Con il tempo "Le Bagnese", da semplice quartiere residenziale quale era, cominciò a popolarsi sempre più, fino a divenire una piccola cittadina, sempre più bisognosa di centri di aggregazione e di una cultura "autoprodotta", non più semplicemente e passivamente fruita. Ai concerti che il Centro dell'Arte "Vito Frazzi" organizzava furono concessi, in seguito, spazi sempre più prestigiosi fino ad arrivare al Teatro Studio di Scandicci. Ai concerti dei giovani strumentisti si erano ormai anche aggiunti con successo veri e propri appuntamenti con musicisti professionali. Inoltre, si cominciava finalmente ad eseguire anche la musica di Vito Frazzi. Fortunatamente le istituzioni pubbliche, dopo alcune indecisioni iniziali, presero lentamente a seguire e a sostenere parzialmente le iniziative del Centro dell'Arte: tra queste soprattutto il Comune di Scandicci.

Oggi il Centro ha una precisa fisionomia, come illustrato in altra parte del sito, ed il suo ruolo di riferimento, seppure piccolo, è oramai ben radicato nella realtà sociale e nelle emozioni delle tantissime persone che nel tempo ne hanno costruito e ne costruiscono tuttora l'anima.


Il Centro dell'Arte "Vito Frazzi"